Mastoplastica additiva

Durata

60/90 minuti

Riposo

10/15 gg

Costo

da 5.000€

  • Come si svolge l’intervento?

    Si svolgono delle analisi del sangue e un ecg e dopo aver scelto le protesi adatte alla conformazione del seno ed al desiderio della paziente dobbiamo sapere che la mastoplastica additiva è una procedura della durata di circa 1 ora, 1 ora e mezza che in buona parte dei casi può essere effettuata in regime di Day-Surgery

    Pertanto dopo qualche ora, al termine dell’intervento chirurgico, la paziente potrà tornare presso la propria abitazione dove per 24/48 ore avrà necessità di osservare il riposo e le indicazioni prescritte dal chirurgo senza però obbligatoriamente rimanere in casa di cura.

  • Dove avrò la cicatrice?

    La vie di accesso per l’ingresso della protesi e pertanto dove residueranno le cicatrici sono principalmente 3: quella del solco sottomammario, quella posizionata a livello del cavo ascellare ed infine quella a semiluna posizionata sul bordo inferiore dell’areola mammaria.

    Ciascun chirurgo ha le proprie preferenze e fondate ragioni per consigliarvi una via di accesso piuttosto che un’altra.

    Personalmente cerco di condividere la scelta con la paziente senza preclusioni tuttavia prediligo utilizzare un taglio di pochi centimetri a livello del solco sottomammario per il fatto che tale cicatrice non comporterà alcun disagio in termini di sensibilità del complesso areola-capezzolo ed inoltre è invisibile anche in assenza di reggiseno poiché la nuova mammella stessa si adagiera’ “naturalmente” sul solco nascondendo così l’esito cicatriziale.

  • Dove posizionare la protesi?

    Possono essere impiantate dietro la ghiandola(sottoghiandolari) o dietro la ghiandola ed il muscolo grande pettorale(cosiddette sottomuscolari).

    In caso di una mammella già ben rappresentata si può optare per l’impianto retro ghiandolare che tra l’altro garantisce una convalescenza più rapida e meno fastidiosa

    Se il seno non è sviluppato,quindi mi riferisco ad una prima o ad una seconda scarsa il posizionamento retromuscolare parziale o totale è consigliabile per poter stabilizzare e rendere più naturale l’esito estetico della mastoplastica additiva.

    Personalmente mi affido molto ad una tecnica mista chiamata Dualplane che permette di personalizzare il piano sia retroghiandolare che retromuscolare riuscendo a mio avviso a ottimizzare i vantaggi di una o dell’altra tecnica.

  • Meglio la forma tonda o a goccia?

    Anche in questo caso non esiste una risposta univoca. Per elencare sommariamente quelli che possono essere i criteri di selezione,che tuttavia dipendono strettamente dall’anatomia della paziente, posso affermare che una protesi di forma anatomica fornisce in alcuni casi un aspetto più naturale al seno rispetto ad una di forma tonda.

    Un’aspetto invece che può far cadere la scelta su una protesi tonda è l’assenza di variazione estetica nel caso (estremamente raro) di rotazione dell’impianto mammario dopo l’intervento.

    Tale situazione, che non comporta nulla dal punto di vista della salute può però rappresentare un disagio estetico se la protesi che tende a ruotare ha una forma a goccia rendendo poi utile un nuovo ritocco chirurgico per riposizionare la protesi correttamente.

    L’evenienza di questa comunque complicazione è spesso associabile ad una cattiva ed imprudente gestione della paziente nelle settimane successive alla mastoplastica additiva(sforzi eccessivi e prematuri, attività fisica troppo intensa) e pertanto in condizioni normali non c’è alcun motivo o preclusione a tal proposito nella scelta di una protesi anatomica

    Infine che la scelta cada su una protesi tonda o a goccia ritengo fondamentale la scelta della qualità delle protesi.

    Meglio una protesi un po’ più costosa ma che possa fornire a medico e paziente tutte le garanzie adeguate riguardo a materiali ed un feedback scientifico comprovato.

    A questo proposito invito,come fa peraltro l’associazione(AICPE) di cui sono membro a diffidare da preventivi eccessivamente convenienti che possono in qualche caso prevedere l’impiego di dispositivi protesici low-cost con garanzie per la paziente decisamente inferiori.

  • Per quanti giorni dovrò stare a casa?

    Viene consigliato un periodo di riposo quasi assoluto solo per le prime 24/48 ore dopo di che gradatamente la paziente potrà tornare alle proprie attività.

    Si potrà uscire a mangiare una pizza dopo un paio di giorni

    Si può tornare ad un lavoro più o meno sedentario che non comporti sforzi degli arti superiori dopo meno di una settimana.

    Per attivita’ fisiche molto intense, la palestra etc sarà opportuno invece aspettare almeno un mese.

  • Le protesi durano tutta la vita?

    I materiali di nuova generazione promettono bene e la possibilità di mantenere le stesse protesi per sempre non è più una chimera come in passato.

    Pur affermando che le protesi non hanno quindi una scadenza come ad esempio gli alimenti è opportuno ricordare che l’evenienza di una futura intolleranza alle protesi è possibile dipendentemente dalla predisposizione personale, dalle protesi utilizzate e dal tempo trascorso dall’intervento chirurgico.

    In caso di “contrattura capsulare” ,che può essere agevolmente evidenziata da un esame ecografico e che sopratutto non crea disturbi di salute alle pazienti tuttavia è sufficiente sostituire le protesi per riavere immediatamente la forma ed il volume desiderato.

  • Drenaggi si drenaggi no?

    Personalmente inserisco i drenaggi in aspirazione per circa 48 ore.

    Ritengo anche alla luce di una serie di studi scientifici a riguardo che non vi sia alcun motivo per non inserirli soprattutto se la protesi è posizionata retromuscolare.

    Fisiologicamente infatti sappiamo che nonostante un’attenta e minuziosa coagulazione intraoperatoria, un piccolo quantitativo di sangue può comunque addensarsi all’interno della mammella nelle prime ore post-intervento.

    A tal proposito il drenaggio rappresenta l’unico presidio sicuro in grado di raccogliere questo piccolo quantitativo limitando quindi evidentemente al massimo la formazione di piccoli ematomi che ritardano la ripresa allungando i tempi di convalescenza.

  • Ci sono problemi con gravidanze future o con esami diagnostici del seno?

    Così come è giusto sfatare alcune leggende metropolitane come il fatto che le protesi possano esplodere in aereo o per una eccessiva sollecitazione conseguente ad attività sessuale, è opportuno ribadire che in presenza di impianti protesici lata donna potrà normalmente sottoporsi a tutti gli esami diagnostici del seno così come potrà avere una gravidanza normale ed allattare poiché le protesi non rappresentano interferenza alcuna.